Autore: confindustria.hcfs

Udienza Confindustria, Mattioli (Confindustria Hcfs): Imprese pronte a cogliere messaggio del Papa, ora dialogo con istituzioni

«L’ udienza di Confindustria in Vaticano rappresenta un momento di grande valenza per tutte le imprese: le parole del Papa, oltre quelle del presidente Bonomi, sono uno stimolo a fare meglio oltre che essere un riconoscimento al valore sociale delle imprese, richiamando non solo al ruolo economico che esse rivestono all’interno del sistema Paese. Ripartire dalla dignità del Lavoro, uscire dalla logica dei sussidi, tutelare le famiglie, le donne e i giovani: come rappresentante delle imprese dei Servizi condivido pienamente questi aspetti, ma ora occorre la massima condivisione anche da parte delle istituzioni. Il dialogo deve ripartire oggi, in maniera costruttiva, per gettare le basi di un solido patto di fiducia tra mondo produttivo e lavoratori, sancito in un momento che non ha precedenti nella storia europea più recente. Il tema dell’equità sociale e della forbice salariale non può lasciarci indifferenti: senza demonizzare alcuno, oggi devono guidarci sostenibilità, dignità, pari opportunità». Lo dichiara Lorenzo Mattioli, presidente di Confindustria Servizi Hcfs e di Efci, l’associazione europea delle imprese dei Servizi.

Energia, Mattioli (Confindustria Servizi HCFS): Comparto Servizi sempre più in crisi, serve tavolo interministeriale

«Il comparto dei servizi sta vivendo un momento di enorme difficoltà per via del caro bollette. Siamo il settore che non solo soffre per gli aumenti energetici e delle materie prime (pensiamo alla ristorazione collettiva oppure le lavanderie industriali): la nostra preoccupazione è per l’effetto domino. Se chiudono le pmi, se il commercio e l’artigianato vanno in sofferenza per via degli aumenti insostebilibili, automaticamente non si avvranno più dei servizi erogati dalle nostre imprese. La dimensione del danno sarà incalcolabil e serve una immediata azione, concertata tra tutti i soggetti interessati. Serve, al più presto: la possibilità di vedere subito riconosciuti gli aumenti negli appalti in essere e un tavolo interministeriale per valutare la situazione e, innazitutto, scongiurare l’interruzione dei servizi in settori chiave come la sanità e la scuola». Lo dichiara Lorenzo Mattioli, presidente di Confindustria Servizi Hcfs e dell’associazione europea dei servizi Efci.

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Elezioni, Mattioli (Confindustria HCFS): Caro Gas e materia prime, i programmi elettorali ignorano l’emergenza più grande

«Le imprese italiane stanno subendo e assistendo, con enorme preoccupazione, ad ulteriori impennate dei costi energetici ( gas in particolare) e delle materie prime. Il comparto dei servizi lancia un grido d’allarme nel bel mezzo di una campagna elettorale che sta ignorando questi temi, proprio a ridosso della ripartenza delle attività. Il facilty, la ristorazione collettiva, le lavanderie industriali: i costi lievitano rendendo insostenibile il rispetto dei contratti in essere. Cosa sarà delle mense scolastiche a settembre? Su chi peseranno gli aumenti? Sicuramente sulle imprese, e poi sugli utenti finali. Non vogliamo arrivare a sospendere alcun servizio, ma la strada obbligata sarà questa se non si penserà ad interventi strutturali che tutte le forze politiche dovrebbero mettere al primo posto dei loro programmi politici candidandosi alla guida del paese reale». Lo dichiara Lorenzo Mattioli, presidente di Confindustria Servizi Hcfs e di Efci, l’associazione europea delle imprese dei servizi.

Lorenzo Mattioli

ELEZIONI, MATTIOLI (Confindustria servizi Hcfs): Campagna non sia conflittuale, mondo dei servizi chiede un Patto per il futuro dell’Italia.

«Il mondo dei servizi tifa Italia. Non prendiamo parte ovviamente alla campagna elettorale. Ma auspichiamo che si svolga su proposte concrete in grado di sostenere la ripresa economica ed occupazionale. Non serve una campagna conflittuale, serve un Patto per il futuro dell’Italia. Il mondo dei servizi è sempre più centrale nell’economia del Paese e non lo sostengo solo perché nella platea confindustriale un’azienda su due opera nei servizi, ma perchè negli ultimi anni, ed ancor più con la pandemia, le aziende labour intensive si sono prese cura del Paese tutelando salute e sicurezza.
Alla vigilia di un nuovo governo, riteniamo doveroso ricordare alla politica che occorre un maggiore attenzione per il comparto, e che l’emergenza determinata dall’aumento dei costi di gestione deflagrerà tra poche settimane con l’inizio delle scuole e in generale con la ripresa lavorativa di settembre.
Temiamo che le aziende dei servizi non potranno assicurare molte prestazioni (mense, pulizie, gestione immobiliare) e che serviranno interventi mirati per evitare un autunno di incertezza, anche in previsione di nuove ondate pandemiche.
emerge chiaro che il tema di come Manifattura e Servizi andranno ad integrarsi sarà centrale per il futuro e non solo in ambito confindustriale: è evidente infatti che l’incrocio tra servizi e manifattura occuperà un pezzo fondamentale dell’agenda politica del Paese.
Auspichiamo un celere insediamento per il prossimo governo, rinnovando la proposta di una delega specifica per i servizi che tracci le linee di sviluppo per un settore che occupa oltre 16 milioni di addetti in Italia». E’ il commento di Lorenzo Mattioli, presidente di Confindustria servizi Hcfs e dell’associazione europea delle imprese dei Servizi Efci.

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LORENZO MATTIOLI IL PRESIDENTE NAZIONALE DI CONFINDUSTRIA SERVIZI HCFS LANCIA L’ALLARME «Revisione dei prezzi o blocco attività»

Intervista pubblicata su L’Edicola del Sud

Lorenzo Mattioli, Presidente nazionale di Confindustria Servizi Hcfs, lancia un allarme molto preciso: c’è tempo fino all’autunno, poi le aziende saranno costrette a interrompere i servizi, molti dei quali essenziali e di pubblica utilità. E una lunga disamina la sua su come l’inflazione stia per “scaricarsi” dai fornitori alle aziende appaltatrici. Presidente, l’inflazione stringe nella morsa tante aziende del settore Servizi che hanno difficoltà rientrare nei costi. Di che numeri parliamo? «Le aziende che rappresentiamo appartengono ad un settore ‘labour intensive” dove il dato più eclatante è il numero dei lavoratori impiegati. Parliamo di una platea di più di un milione di lavoratori per un fatturato com-plessivo che vale circa 180 Miliardi, per migliaia e migliaia di aziende aziende coinvolte. il settore dei servizi essenziali e dei facility services è colpito in modo trasversale anche in tutta la filiera di comparto: dai fornitori al mondo dei distributori stimiamo che oggi i L’incremento del costo di gas ed energia è stato rispettivamente 72% e 7% in più rispetto all’ultimo trimestre del 2021 servizi erogati, soprattutto nella Pa, siano prodotti con un costo incrementato mediamente del 25% a totale carico delle nostre aziende». Insieme alle altre associazioni della categoria parlate di un possibile blocco dei servizi. Quale rischio si sta correndo? «L’aumento dei costi con l’inflazione crescente già all’8% si sovrappone alla difficoltà di ripresa post covid. Dopo il calo del 2020 abbiamo visto un aumento del volume di affari nel 2021 e speravamo che questo fosse l’anno del pareggio di bilancio e il prossimo quello della ripresa reale. Vediamo già nel secondo trimestre 2022 dati allarmanti che non lasciano molte interpretazioni su quello che succederà. E a rischio il blocco di servizi essenziali per i cittadini, come ad esempio quelli per la sicurezza e l’igiene degli ambienti e della collettività, delle scuole, dei presidi sanitari, nelle caserme o negli uffici della pubblica amministrazione: servizi ambientali, di pulizia sanificazione, di disinfestazione, di ristorazione collettiva Senza la possibilità di veder disconosciuti i costi sostenuti ad ottobre non saremo in grado di assicurare più questi servizi». Si tratta di attività che non sono state mai interrotte, neanche nelle fasi più critiche della pandemia, giusto? «Svolgiamo servizi di pubblica utilità in gran parte con le Pa. Abbiamo fornito i servizi di igiene e pulizia per mettere in sicurezza e dato da mangiare negli ospedali Covid in reparti complicati nelle scuole nelle caserme e negli ambienti scolastici. Noi, a differenza di altri servizi, non possiamo chiudere e riprendere quando tutto sarà finito. Non possiamo per contratto interrompere il servizio. E paradossale ma con umiltà e tanta professionalità abbiamo affrontato questa nuova e grave situazione grazie, soprattutto, ai nostri addetti che insieme a medici e infermieri, tra gli eroi moderni di questa pandemia». Chiedete che nel prossimo dl Aiuti venga prevista la revisione dei prezzi nel settore dei servizi e delle forniture. Anche per i contratti in essere. Può farlo un go * yerno sfiduciato, non nel ieno dei propri poteri? «Chiediamo che venga riconosciuto quello che già per i lavori pubblici è stato legiferato e previsto: “obbligo di revisione dei prezzi”. Anche per i contratti in essere. Il dl Aiuti bis attualmente in preparazione crediamo possa farlo. Aiuterebbe moltissime aziende e rientra nella ratio di questi decreti. Consideriamo che in prima battuta possono essere destinate le risorse già accantonate nei diversi tipi di contratti». Uno dei nodi più difficili da sciogliere è la crisi energetica. Quanto sta impattando sulle imprese? «L’incremento del costo di gas ed energia è stato rispettivamente del 72% e del 7% in più rispetto all’ultimo trimestre del 2021. Secondo le rilevazioni a parità di consumi, per le imprese il costo della bolletta energetica è salito nel primo trimestre del 2022 di oltre 56 milioni di euro rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. Un aumento complessivo dei costi diretti che in alcuni settori ha raggiunto anche il 40%». Le aziende stanno verificando difficoltà nel reperimento delle materie prime? «Ci aspettiamo due cose: che il costo delle materie prime venga scaricato su noi dai fornitori a breve. Molti di loro hanno cercato di ponderare gli sbalzi dovuti all’inflazione e alla speculazione sino ad ora. Per quanto riguarda il reperimento delle materie prime, invece, per ora non abbiamo grandi difficoltà». Fino a quando, dal suo osservatorio privilegiato, le imprese saranno in grado di incassare il colpo sul rincaro dei costi. C’è un limite di non ritorno per l’economia? «Come detto crediamo che l’autunno sarà il punto di non ritorno. Le imprese hanno ancora capacita di reazione e adeguamento, soprattutto quelle piccole e medie, ma il fatto che siano labour intensive implica una ricaduta inevitabile sui numerosi addetti. Questo ci preoccupa molto, temiamo un impatto sociale di grandi dimensioni»

CRISI: Rischio blocco servizi essenziali, revisione prezzi nel settore degli appalti pubblici di servizi e forniture non più rinviabile. Serve provvedimento urgente.

L’allarme da Alleanza Cooperative Servizi, Confindustria Servizi HCFS, Unionservizi Confapi

“Chiediamo con urgenza l’introduzione di una norma nel prossimo DL Aiuti che preveda l’obbligo della revisione prezzi nel settore dei servizi e forniture anche per i contratti in essere”. La richiesta da Alleanza Cooperative Italiane Servizi (Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi, Agci Servizi), Confindustria Servizi HCFS (ANIP, ANIR, ANID, UNIferr e ASSOSISTEMA), Unionservizi Confapi che denunciano come il settore dei servizi e delle forniture, che vale circa 180 Miliardi e occupa milioni di persone, sia da circa un anno in balia dell’aumento incontrollato dei costi dell’energia e delle materie prime.

A rischio il blocco di servizi essenziali per i cittadini, come ad esempio quelli per la sicurezza e l’igiene degli ambienti e della collettività, delle scuole, dei presidi sanitari, nelle caserme o negli uffici della pubblica amministrazione (servizi ambientali, di pulizia sanificazione, di disinfestazione, di ristorazione collettiva e per la fornitura e la gestione delle reti energetiche).

Le associazioni che rappresentano il mondo dei servizi esprimono forte preoccupazione per lo scenario che si apre con la fine anticipata del Governo Draghi.

L’agenda delle priorità richiede una stabilità che, allo stato delle cose, appare difficile da garantire. La crisi energetica, l’aumento dei costi delle materie prime ed il generalizzato caro prezzi negli appalti, l’emergenza idrica, una pandemia che ancora preoccupa: sono solo alcune delle questioni che occupano il comparto. Senza dimenticare le grandi questioni legate al dialogo sociale, al rinnovo dei contratti e il contrasto alla povertà. Grande preoccupazione per le sorti del Pnrr, che, pur non prevedendo specifiche misure per i servizi labour intensive, va ad incidere su tutti i settori che si avvalgono delle nostre prestazioni.

“Le aziende che rappresentiamo – sottolineano le associazioni – stanno sopperendo con le proprie risorse ad una situazione paradossale: aver dei contratti in essere con la PA, con dei costi previsti che vengono continuamente modificati al rialzo senza nessun tipo di riconoscimento o rinegoziazione da parte del contraente pubblico. Situazione gravissima, che sta danneggiando le imprese già particolarmente colpite dal periodo pandemico. Serve un intervento immediato, per adottare le misure per il settore dei lavori pubblici anche per il settore dei servizi”.

Così come avviene per i cantieri dei lavori pubblici, anche per i servizi deve essere adottato un sistema di revisione dei prezzi. Il paradosso, ad esempio, è che se aumenta il costo del cemento giustamente viene riconosciuto dal committente, se aumenta il costo delle verdure per i pasti negli ospedali questo non viene riconosciuto!

Non si può chiedere alle imprese e ai lavoratori dei servizi di pagare, in solitudine, il prezzo della crisi.

Governo, Marrone (UniFERR Confindustria): Crisi va allontanata, Draghi vada avanti per imprese e famiglie

«In questi giorni di dibattito intorno alla possibile caduta del governo, le imprese sono molto preoccupate per il proprio futuro e quello del Paese. Il rischio di perdere i fondi del Pnrr, la necessità di aiutare le famiglie, il contrasto alla crisi energetica: interrompere l’esperienza di Draghi in questo momento sarebbe un grave errore vista la necessità di raggiungere importantissimi e vitali obiettivi sul piano economico e sociale. L’Italia ha bisogno di stabilità, non possiamo permetterci di arretrare». Lo dichiara Francesco Marrone, Presidente di UniFERR, l’associazione confindustriale delle imprese dei servizi in ambito ferroviario».

Covid, Marrone (UniFerr): “Nuovo picco Covid, necessaria la sanificazione degli uffici”

“La resistenza del virus è preoccupante: in questi giorni, tanti uffici privati si trovano a fare i conti con una diminuzione del personale, bloccato a casa col Covid”. Commenta così Francesco Marrone, presidente UniFerr Confindustria, a proposito dei dati relativi alla pandemia in Italia.

Adesso che spetta al datore di lavoro aggiornare le regole di sicurezza aziendali tra cui anche l’istituzione di un Comitato Anti-Covid, come suggeriscono le nuove linee guida governative, è più che mai necessario prevedere interventi di sanificazione professionali, programmati e sistematici” asserisce Marrone.
“Le sanificazioni dei luoghi di lavoro, pubblici o privati che siano, sono fondamentali per proteggere la salubrità dei luoghi frequentati dai cittadini e la salute dei lavoratori, pensiamo alle stazioni, ai treni, alle metropolitane e ai mezzi pubblici e agli operatori dei trasporti. Non bisogna perdere di vista la necessità di arginare il virus e quindi non bloccare le attività produttive. Bisogna giocare d’anticipo e fare una riflessione su come implementare e garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro” conclude.

UNIFerr – Confindustria cambio al vertice, Francesco Marrone nuovo Presidente

Nella giornata di oggi si è svolta la assemblea dei soci UNIFerr, l’Unione delle Imprese esercenti attività di pulizia e servizi integrati Ferroviari, presso la sede di Confindustria, dove è stato eletto il nuovo Presidente Francesco Marrone (Napoli 1979) che si avvicenda al dott. ing. Pietro Auletta Past president di UNIFerr. “E’ un onore per me” ha commentato il neo presidente Marrone “continuerò a mettere il mio impegno al servizio di un settore che è sempre più centrale nella quotidianità dei cittadini. Ringrazio l’Assemblea per la fiducia che mi ha accordato e il Presidente Auletta per il lavoro svolto sino ad oggi. Proseguirò nel percorso di tutela delle imprese dei servizi. Un ringraziamento particolare al Presidente di Confidustria Servizi HCFS Lorenzo Mattioli con cui continueremo a lavorare per sostenere ancora di più il settore dei servizi non solo in ambito confindustriale”. Durante l’Assemblea è stato rinnovato anche il Consiglio Generale cosi composto: Laura ARPINO – SPD srl – Angelo VOLPE – La Lucente Spa – Stefano CONSOLI – Pulitore e Affini Spa – Alessio MIORELLI – Miorelli Service Spa – Niola PICCIONE – Dussmann Service Srl – Giacomo CASALICCHIO – PFE Spa

Francesco Marrone, nato a Napoli nel 1979, socio di GSN srl, si è laureato in Economia e Commercio presso l’Università di Napoli “Federico II” e successivamente ha continuato la sua formazione con un PhD in Finanza Pubblica e privata Comunitaria all’Università Vanvitelli di Napoli e con un Master in “Real Estate Finance and development” conseguito presso il Politecnico di Milano. Dopo diverse esperienze di lavoro in Italia e all’estero nel campo finanziario, dal 2007 svolge una attività imprenditoriale nel mondo dei servizi e del facility management soft e hard, proseguendo l’attività storica e familiare giunta ormai alla terza generazione.
Ha svolto numerosi incarichi di rappresentanza istituzionale nel settore del Cleaning e del Facility, attualmente è membro del consiglio di Presidenza di ANIP Confindustria e membro del Consiglio Generale di Confindustria servizi HCFS.

UNIFerr è l’Associazione maggiormente rappresentativa delle imprese esercenti attività di pulizia e servizi integrati ferroviari, tutela le imprese aderenti operanti nel comparto, in una logica di sviluppo e di qualificazione delle attività afferenti ai servizi ferroviari, rappresentandole in ogni sede istituzionale competente e nei rapporti con le Organizzazioni Sindacali dei lavoratori di riferimento.

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Imprese, Mattioli (Confindustria Servizi Hcfs): Certificazione di parità un alleato per sviluppare i servizi

«Il mondo dei servizi ha un alleato in più per il suo sviluppo: con il nuovo DPCM che fissa i parametri per conseguire la certificazione di parità, le aziende saranno supportate passo dopo passo ed economicamente per attuare e monitorare il gender gap. La certificazione della parità di genere è uno strumento in più anche per il settore dei servizi che vede l’impiego di numerosissime donne, (tra il 60% e il 70% della forza lavoro per un totale più di 200.000 addette ai servizi). E’ giusto mettere in atto strumenti che, in modo virtuoso, influiscano sui rating delle aziende». E’ il commento di Lorenzo Mattioli, presidente di Confindustria Servizi Hcfs e dell’associazione europea delle imprese dei servizi Efci.