«L’ultima legge di bilancio contiene importanti interventi per imprese e lavoratori liberando risorse tese a rafforzare l’economia nel suo complesso. Inoltre, come imprese dei Servizi, ravvediamo nella evoluzione del reddito di cittadinanza una opportunità per creare una solida alternativa alle attuali politiche di sostegno al reddito, trasformandole in reali politiche attive. Come aziende che prestano la propria opera per il funzionamento del Paese in molteplici segmenti – sia pubblici, sia privati – pensiamo di poter accogliere in maniera adeguata e funzionale alla ripartenza migliaia di nuovi addetti espulsi da altri settori produttivi che, non trovando adeguata alternativa, andrebbero a pesare sulle casse pubbliche diventando percettori del reddito di cittadinanza oltre che impiegati di pubblica utilità a titolo gratuito. La nuova legge, infatti, stabilisce come ‘ i Comuni sono tenuti ad impiegare almeno un terzo dei percettori di RdC residenti. Lo svolgimento di tali attività da parte dei percettori di RdC è a titolo gratuito’. Pensiamo che questo approccio debba essere rivisto. Le imprese del nostro comparto assicurano stabilità occupazionale garantendo servizi ad alta professionalizzazione, guardando soprattutto a donne e giovani. Siamo pronti al confronto con il Governo per una strategia che possa rendere attrattivo il mondo dei Servizi e meno ‘conveniente’ la percezione di un sostegno pubblico da parte dei cittadini meno abbienti, un reddito che andrebbe visto come un aiuto temporaneo, e non come uno status immutabile».
Lo dichiara Lorenzo Mattioli, presidente di Confindustria Servizi HCFS, federazione confindustriale che raccoglie le associazioni di imprese del facility, pulizie e sanificazione, lavanderie industriali e dispositivi di protezione individuale e ristorazione collettiva.
Roma, 29 ottobre 2021